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Negli anni Ottanta, i Judas Priest erano il prototipo perfetto della band heavy metal di successo: un look senza compromessi, tutto cuoio e borchie, da loro adottato e reso iconico; brani dal sapore ribelle e oltraggioso come 'Breaking the Law' o 'Living after Midnight'; ma soprattutto un sound di chitarra unico e distintivo, pesante e melodico, che li ha portati ad avere un riscontro clamoroso e a vendere più di cinquanta milioni di dischi. Oggi possiamo dare uno sguardo dall'interno all'epopea di questa band leggendaria: in "Heavy Duty" il chitarrista K.K. Downing non risparmia nessuno e racconta, un aneddoto dopo l'altro, gli attriti tra i vari membri della band, gli alti e bassi del rapporto con l'industria discografica, la relazione conflittuale con gli altrettanto leggendari colleghi Iron Maiden, e pure di quando il gruppo si è trovato nell'occhio del ciclone durante il periodo di isteria anti-metal degli anni '80. Per arrivare a quel momento nel 2009 in cui, durante uno show dei Judas Priest, K.K. Downing ha guardato i propri compagni di band e ha pensato: «Questo è il mio ultimo concerto».